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Una lettura del reperto più enigmatico dell'arte greca, il famoso «Trono Ludovisi», proveniente da Locri e forse qui realizzato, che mette in luce i valori specifici della cultura autoctona dell'estrema penisola calabrese, ove tra VI e V secolo a.C. si affermò una tra le scuole di pensiero più avanzate dell'antichità, incentrata attorno al matematico Pitagora di Samo. Del manufatto l'autrice dà una interpretazione interdisciplinare, in linea con l'accreditata teoria che vede nella produzione artistica della Magna Grecia un "modo" affatto marginale rispetto agli sviluppi stilistici della Grecia propriamente detta, e vi ravvisa uno speciale Kunstwollen che continua a stupirci per la sorprendente qualità dell'"informazione" che proprio in essa si realizza. Il Trono Ludovisi diviene pertanto straordinario esempio di "snodo" culturale, matrice di quell'assunto per cui da Pitagora in poi il numero è alla base dell'armonia e della bellezza, non solo in arte ma persino nella poesia e nella musica.